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Che fortuna aver perso il lavoro! No, non è il delirio di un pazzo, ma la lucida considerazione di chi sa di avere l'occasione della vita. Con questo spirito l'autore ci accompagna in un viaggio prima di tutto interiore, caratterizzato da scelte che si allontanano dalle comuni aspirazioni di stabilità economica. Il protagonista, infatti, dopo aver lasciato un impiego sicuro e a tempo indeterminato per uno precario ma più soddisfacente, si è ritrovato disoccupato e con l'elettrizzante opportunità di avere del tempo per sé. Inizia qui il suo viaggio, reale questa volta: dall'America Centrale e Meridionale all'Estremo Oriente in solitaria, per capire il valore della parola libertà e per riflettere su un disagio più generale, dato da una mancanza di sintonia con ciò che lo circonda.